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Europei Master Roma. Perondini: “Quando ho iniziato le gare si registravano su bobina”

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L’84enne Giorgio Perondini ha un sorriso dolce e modi gentili. Finita la sua prima gara di nuoto agli Europei masters di Roma, gioisce con la moglie per il bronzo appena conquistato nei 50 dorso. “Non sembra, ma dopo anni di attività l’adrenalina c’è sempre, ogni volta è come se fosse sempre la prima gara”, racconta.

Fin dal lontano 1949, quando aveva 12 anni, il nuoto ha sempre accompagnato i suoi anni di gioventù: “Ho iniziato da piccolo, poi il tempo è volato e mi trovo a quasi 85 anni a fare ancora la spola su e giù per le piscine”.

Ne aveva 18 quando è stato convocato in Nazionale per la sua prima Olimpiade a Melbourne nel 1956. Poi è stato il turno di Roma 1960. “La nostalgia più forte la provo per Melbourne perché si è aperto un mondo nuovo per me che ero diciottenne. Era il tempo in cui le comunicazioni erano talmente lente che facevano le bobine delle gare, le mettevano sull’aereo e dopo tre giorni si riuscivano a vedere in Italia perché non c’era la tecnologia di oggi”.

Un mondo completamente diverso quello che racconta e che ricorda con emozione: “Ai miei tempi lo sport era agonismo puro. Non c’erano né soldi né stipendi, niente. Si praticava sport solo per il desiderio di gareggiare. Sono lieto del mio percorso perché credo di aver imparato molto dall’agonismo. La vita deve essere sempre improntata su qualcosa di corretto e penso che il nuoto, e lo sport in generale, permetta di comportarsi sempre in maniera corretta indipendentemente dall’età, dal tipo di lavoro o di attività sportiva che si possa intraprendere”.

Nella vita del nuotatore torinese non c’è stato soltanto sport, ma anche tanto studio e lavoro. “Nel 1956 mi ero appena diplomato e, al mio rientro da Melbourne, il direttore del centro sportivo FIAT mi disse: “Ti ho trovato un posto magnifico”, e mi diedero un posto da operaio alle ferriere, che era uno dei meno ambiti. Mi sono tirato su le maniche, ero un operaio e nel frattempo mi ero iscritto all’Università di Torino. Mi sono laureato in economia e commercio, e per molti anni non ho mai lasciato né l’agonismo né il lavoro. Quando sono andato in pensione, sono uscito con il grado di dirigente, da direttore del personale in uno dei settori FIAT. Me lo sono guadagnato perché sono partito dal basso”.

A 76 anni Perondini decide di entrare nel mondo master. “In occasione dei World Masters Games del 2013 a Torino, una mia cara amica mi ha spinto a iscrivermi visto si svolgevano in casa e l’ho fatto più per scherzo che per volontà. Quando mi sono presentato, pensavo che le iscrizioni fossero chiuse, invece c’era ancora un posto. Ho iniziato ad allenarmi soltanto cinque giorni prima delle gare, una fatica enorme. Ottenni comunque due quarti posti nei 50 stile libero e nei 50 dorso. Quindi mi sono detto che se questi erano i risultati senza allenamento, magari potevo ottenere qualcosa in più avanti in futuro. Così ho iniziato e ho continuato.”

A Roma 2022 ad attenderlo dopo la sua prima gara c’era la moglie, la prima delle sue fan, quella che lo segue sempre: “Lei è scozzese, ci siamo conosciuti sul luogo di lavoro. Era la mia insegnante di inglese. Come si dice in questi casi, galeotta fu la lingua. Abbiamo girato il mondo insieme grazie alle gare master. La prima settimana era dedicata al nuoto e poi tre settimane di vacanze con la macchina. Siamo andati anche in Nuova Zelanda, abbiamo affittato una macchina e via di giri. Erano belle parentesi, dei viaggi piacevoli prima del Covid. Abbinavamo la competizione con la vita da turisti”.

Foto G. Scala / Deepbluemedia
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