80 Milioni per il futuro dello Sport
Nell'ambito dell'iniziativa "80 Milioni per il futuro dello Sport", lanciata da Sport e Salute d'intesa con il Dipartimento per lo Sport, la Federazione Italiana Nuoto promuove 4 progetti: "La piscina inclusiva. La formazione per nuove competenze per lo sport sociale, di comunità e di base", "Take your marks: ai posti di partenza nel vostro sport preferito. Bambini e adolescenti in piscina", "Slow Swimming: nuoto lento per una lunga vita attiva", "La scuola d'acqua: progetto per lo sviluppo delle abilità motorie di base in ambiente acquatico" che mirano a diffondere la cultura dell'acqua e la pratica motoria per favorire il benessere, l'inclusione, l'aggregazione e il corretto sviluppo psico-fisico delle persone di ogni fascia di età ed abilità, oltre che ad accrescere la frequenza dei corsi di nuoto per alimentare la sicurezza personale attraverso le conoscenze tecniche basilari del galleggiamento. I quattro progetti federali rientrano tra i 137 ideati da 41 federazioni sportive nazionali, 14 enti di promozione sportiva, 13 discipline associate, 2 associazioni benemerite e un gruppo sportivo militare.
La piscina inclusiva
la formazione per nuove competenze per lo sport sociale, di comunità e di base
La formazione per nuove competenze per lo sport sociale, di comunità e di base" ha come obiettivo primario quello di formare operatori sportivi in grado di integrare e consolidare la filiera educativa motoria acquatica quale strumento di inclusione e benessere sociale e quindi rendere la piscina una sede di ulteriore aggregazione socialmente rilevante. Di conseguenza, tra i risultati auspicati, vi sono sono l'aumento del numero complessivo di praticanti in tutte le fasce di età e capacità attraverso la migliore qualificazione degli operatori sportivi professionali e, conseguentemente, una maggiore qualità del servizio; la riduzione, nel lungo periodo, del numero di vittime causato dagli incidenti legati alla balneazione; l'aumento del numero delle associazioni e società sportive dilettantistiche che richiedano la certificazione di qualità "Scuola nuoto federale"; la migliore qualificazione professionale con l'aumento di inserimento nel mercato del lavoro; l'inclusione e l'integrazione di cittadini di origin e straniera fornendo alle società gli strumenti per porre in essere progetti sportivi compatibili con i sistemi valoriali e culturali di riferimento, portando in piscina comunità che storicamente ne sono lontane diffondendo, anche all'interno di queste culture, la sicurezza acquatica e favorendo la partecipazione femminile sulla base dei valori contenuti nella Carta olimpica e nelle iniziative del CIO.Take your marks
ai posti di partenza nel vostro sport preferito
Bambini e adolescenti in piscina" è riservato ad un target composto da circa 15.200 tra bambini e adolescenti sino ai 19 anni di età coinvolti nelle attività federali organizzate dai Settori propaganda (pre-agonismo) e agonistici della Federazione Italiana Nuoto. Gli obiettivi sono stimolare la naturale predisposizione al confronto del bambino e dell'adolescente tramite lo sport, nel rispetto delle proprie attitudini e delle regole predisposte per favorire un corretto sviluppo psicofisico; rafforzare il sistema sportivo e contrastare gli elevati livelli di sedentarietà della popolazione partendo dalla fascia più critica, quella dei bambini e degli adolescenti; mantenere la base di praticanti più ampia possibile, per ovvie ragioni sportive e sociali; recuperare il numero complessivo di tesserati under 19 ai livelli pre-Covid quando la crescita degli ultimi 15 anni, peraltro parallela ai ciclici successi dell'Italia delle discipline acquatiche, ha subito una leggera flessione (201.804 nel 2019, 190.394 nel 2021).Slow Swimming
nuoto lento per una lunga vita attiva
è destinato agli over 65 e mira a produrre una migliore efficienza fisica che, in particolare nella terza età, significa minore ricorso a farmaci e prestazioni sanitare, maggiore autonomia, più occasioni di socializzazione, riduzione dell'incidenza delle depressioni e, non ultimo, maggiore permanenza all'interno del sistema produttivo riducendo contestualmente il carico sul sistema delle pensioni oltre che su quello sanitario. Pertanto verrà proposto alle associazioni e società sportive e agli operatori del settore un un modello di allenamento da destinare agli over 65 che si basa sul nuoto lento e prolungato (slow swimming) che permette di avere i vantaggi dell'attività aerobica riducendo i fattori di stress meccanici e metabolici e godere del senso di leggerezza legato, una volta appreso, allo scivolare fluidamente attraverso l'acqua.La scuola d'acqua
progetto per lo sviluppo delle abilità motorie di base in ambiente acquatico
mira invece al miglioramento dello stile di vita e del comportamento alimentare di bambini e adolescenti e delle loro famiglie, nonché alla diffusione dei corretti strumenti per vivere in sicurezza la balneazione, promuovendo la diffusione delle corrette abilità natatorie di base e alimentazione. Il progetto prevede l'organizzazione di incontri a tema prevalentemente presso i centri federali dislocati su tutto il territorio nazionale e l'estensione alle associazioni e alle società sportive di un modello educativo anche con la partecipazione di campioni che possano produrre emulazione tra ai più giovani. Questo progetto è pensato per i più giovani perché lo sviluppo coordinativo specifico per l'ambiente acquatico coincide con l'età della scuola dell'obbligo: al di fuori di questa fase diventa molto più difficile acquisire le competenze motorie indispensabili per imparare a muoversi in acqua in maniera efficace e con facilità anche a causa degli impegni socio-professionali che subentrano in età lavorativa.- La piscina inclusiva
- Take your marks
- Slow Swimming
- La scuola d'acqua
Contesto
La mission della Federazione Italiana Nuoto (FIN) nella formazione dei propri operatori è ampia e diversificata e può essere così riassunta: diffondere tra la popolazione la cultura dell’acqua, aumentando il più possibile il numero dei praticanti per ottenere due risultati principali:- Insegnare a nuotare e diffondere sicurezza acquatica. In un paese con oltre 8000 chilometri di coste nel quale oltre il 40% della popolazione non sa nuotare, la FIN promuove sicurezza:
- Individuale: imparare a nuotare significa mettersi al riparo dai pericoli legati all’acqua.
- Collettiva: imparare a nuotare bene significa poter salvare sé stessi e portare soccorso agli altri.
- Sociale: la pratica costante del nuoto migliora la qualità della vita e salute pubblica, diminuendo il ricorso ai farmaci e alle prestazioni mediche e quindi alleggerendo il carico sul sistema sanitario nazionale.
- Avviare alla pratica sportiva agonistica e non agonistica nelle discipline acquatiche patrocinate dalla FIN (nuoto, nuoto in acque libere, pallanuoto, nuoto artistico sincronizzato, tuffi, nuoto per salvamento). Per le attività agonistiche, favorire l’individuazione e lo sviluppo del talento sportivo per mantenere e migliorare i successi ottenuti negli ultimi anni, che hanno visto l’Italia insediarsi stabilmente ai vertici mondiali di tutte le discipline federali.
- La piscina è l’unico impianto sportivo che può essere frequentato da tutte le fasce di popolazione, senza limite di genere, età, condizione fisica. La FIN organizza corsi di formazione e aggiornamento per istruttori di attività per gestanti, neonatale, prescolare, per bambini, ragazzi, adulti, terza e quarta età; attività rieducative e riabilitative. Soprattutto, le peculiarità dell’ambiente acquatico (spinta idrostatica, resistenza progressiva) consentono la frequenza delle attività a persone con qualsiasi tipo di disabilità fisica psichica o sensoriale, temporanea o permanente, spesso all’interno dell’ordinaria programmazione dei corsi collettivi.
- La piscina è inoltre un ambiente favorevole alla pratica sportiva di persone che, per ragioni psicologiche o culturali non amano esibire il proprio corpo: l’acqua copre e nasconde, e il mercato mette a disposizione abbigliamento tecnico che rispetta le norme igienico-sanitarie sulle piscine e garantisce il rispetto di prescrizioni religiose e usanze particolari.
- Infine, specie nelle periferie e nelle aree geografiche più disagiate una piscina è un presidio di salute, sicurezza, benessere, aggregazione e socialità.
- La ridotta dotazione impiantistica (una piscina pubblica ogni 19.000 abitanti contro il rapporto di 1 a 5.000 in Portogallo e di 1 a 5.460 in Germania – dati Assopiscine), ulteriormente e gravemente impoverita dalla crisi economica derivante dalla pandemia di Covid e dalla successiva impennata dei costi energetici che ha falcidiato le ASD e SSD che nella maggior parte dei casi gestiscono le piscine pubbliche in regime di concessione e con i relativi proventi finanziano l’attività agonistica. Un modello anomalo, sin qui vincente ma a forte rischio, con parecchi impianti ancora chiusi e il 5,7% delle 1386 Società che non hanno rinnovato l’affiliazione.
- La riduzione del potere di acquisto delle famiglie si ripercuote negativamente sulla spesa per l’attività sportiva, con le proposte più strutturate (corsi) e gli impianti più costosi (piscine in primis) che sono progressivamente abbandonati a favore di attività fai da te o più economiche, quando non dalla mera sedentarietà.
- Il fatto che l’essere umano non è in alcun modo un animale acquatico: nulla del nostro patrimonio motorio ci rende adatti alla locomozione in acqua, pertanto tutte le abilità motorie acquatiche devono essere apprese, possibilmente nella fase sensibile dello sviluppo coordinativo che coincide sostanzialmente con l’età della scuola dell’obbligo. Senza un percorso educativo motorio coerente in questa fase non è possibile raggiungere quegli adattamenti sensopercettivi indispensabili per muoversi in acqua con efficacia. Mentre ci si può avvicinare agli sport terrestri e ottenere risultati apprezzabili anche in età avanzata, imparare a nuotare da adulti è estremamente difficile, e questo spiega la difficoltà nel portare in piscina, e quindi in sicurezza, quel 40% di popolazione che si dichiara incapace di sostenersi in acqua.
Va anche evidenziato che la percentuale di vittime d’incidenti legati all’acqua è maggiore tra le comunità di cittadini di recente immigrazione , che per ragioni socioeconomiche e culturali fanno fatica a frequentare le piscine. Una sperequazione inaccettabile alla quale va posto rimedio rendendo le piscine un ambiente più inclusivo attraverso varie tipologie d’intervento, fra le quali è certamente la formazione e sensibilizzazione degli operatori.
Obiettivi
L’obiettivo generale è quello di formare operatori sportivi in grado di integrare e consolidare la filiera educativa motoria acquatica che rappresenta il più prezioso contributo della FIN al movimento sportivo e alla società italiana.È importante infatti evidenziare che le attività formative della FIN oltre ad essere di supporto nella preparazione dei tecnici che dovranno rendere la piscina un impianto sportivo inclusivo e socialmente rilevante, sono esse stesse uno strumento di inclusione e benessere sociale, come riassunto nel seguente grafico:
Lungo questo percorso, dai 16 anni tutti i frequentatori della piscina possono acquisire il titolo di assistente bagnanti e dai 18 quello di tecnico di base con tutte le successive specializzazioni.
Si tratta di qualifiche professionali riconosciute in tutta l’Unione europea grazie alla partecipazione allo SNAQ e quindi al Quadro europeo delle qualifiche professionali e, per quanto riguarda quella di assistente bagnanti, in tutto il mondo: la FIN è infatti l’unico soggetto riconosciuto dalla International Life Saving Federation (ILS) per la formazione di tali figure sul territorio italiano. Qualifiche professionali fortemente richieste dal mercato e accessibili anche in situazioni di bassa scolarizzazione, che possono offrire una straordinaria opportunità di integrazione ed emancipazione per ragazze e ragazzi provenienti da situazioni di marginalità, ma anche di adulti esclusi dal mercato del lavoro che hanno necessità di riqualificarsi professionalmente.
Si tratta di qualifiche professionali riconosciute in tutta l’Unione europea grazie alla partecipazione allo SNAQ e quindi al Quadro europeo delle qualifiche professionali e, per quanto riguarda quella di assistente bagnanti, in tutto il mondo: la FIN è infatti l’unico soggetto riconosciuto dalla International Life Saving Federation (ILS) per la formazione di tali figure sul territorio italiano. Qualifiche professionali fortemente richieste dal mercato e accessibili anche in situazioni di bassa scolarizzazione, che possono offrire una straordinaria opportunità di integrazione ed emancipazione per ragazze e ragazzi provenienti da situazioni di marginalità, ma anche di adulti esclusi dal mercato del lavoro che hanno necessità di riqualificarsi professionalmente.
Risultati attesi
- Aumento del numero complessivo di praticanti attività motoria acquatica in tutte le fasce di età attraverso la migliore qualificazione degli operatori sportivi professionali e, conseguentemente, una maggiore qualità del servizio, un miglior rapporto value for money percepito e, quindi, una maggior percentuale di popolazione che sceglie di frequentare la piscina.
- Riduzione, nel lungo periodo, del numero di vittime d’incidenti legati all’acqua.
- Aumento della base dei praticanti nuoto agonistico, mantenendo e migliorando l’elevato livello prestativo delle Squadre nazionali.
- Aumento del numero delle ASD e SSD che richiedono la certificazione di qualità “Scuola nuoto federale”, attraverso la diffusione capillare della cultura acquatica e del numero di punti di erogazione della formazione professionale FIN sul territorio.
- Favorire la qualificazione professionale e l’inserimento nel mercato del lavoro di giovani e soggetti in condizioni di marginalità o fragilità attraverso l’estensione dell’offerta formativa sull’intero territorio nazionale, con benefici per i diretti interessati e per le comunità alle quali appartengono.
- Favorire l’inclusione e l’integrazione di cittadini di origine straniera fornendo alle società gli strumenti per porre in essere progetti sportivi compatibili con i sistemi valoriali e culturali di riferimento, portando in piscina comunità che storicamente ne sono lontane diffondendo anche all’interno di queste culture la sicurezza acquatica e favorendo la partecipazione femminile sulla base dei valori contenuti nella Carta olimpica e nelle iniziative del CIO(IOC. Gender equality and inclusion report 2021).
Il corso monotematico "La scuola nuoto inclusiva"
Il corso monotematico "La scuola nuoto inclusiva" rientra tra le iniziative promosse nel progetto "La piscina inclusiva".La formazione per nuove competenze per lo sport sociale, di comunità e di base" ed è rivolto a tutti i tecnici e dirigenti che vogliono migliorare la qualità della loro didattica per rendere la propria piscina un luogo accogliente e inclusivo per tutte le tipologie di frequentatori: nello specifico, bambini ragazzi e adulti con disturbi del neurosviluppo conclamati o latenti.
Del resto la piscina può e deve essere inserita nella rete dei servizi educativi, pertanto gli operatori devono essere in grado di promuovere la diversità come un valore che costringe l'intera organizzazione ad evolversi, crescere, adattarsi alle necessità di ognuno migliorando la qualità complessiva dell'offerta educativo-motoria.
Il corso prevede due appuntamenti, ai quali è possibile iscriversi anche separatamente: il primo esclusivamente teorico, il secondo con esercitazioni in acqua.
La partecipazione al corso vale come aggiornamento quadriennale per i tecnici in possesso della qualifica di Istruttore.
Programma del corso - Prima parte - 10-12 marzo 2023 - Riccione (RN)
- La piscina inclusiva
- Il valore della diversità: l'inclusione come arricchimento dell'offerta formativa, il modello italiano
- Relazione è apprendimento: le basi fisiologiche, l'empatia
- Di cosa parliamo: una check list specifica per l'ambiente acquatico
- La rete dei servizi: piscina, scuola, famiglia
- La famiglia: comprensione comunicazione e confronto, il progetto di vita e l'espressione delle potenzialità
- Il luogo empatico: aspetti organizzativi per una piscina accogliente, lezioni individuali o collettive
- La didattica: interventi proattivi e reattivi, supporti didattici rinforzi e oggetti transizionali: uso funzionale e gerarchia degli strumenti
- La comunicazione adattata
- Buone pratiche dal territorio
Programma del corso - Seconda parte - 25-26 marzo 2023 - Abano Terme (PD)
- L'analisi funzionale del comportamento e i comportamenti problema
- La relazione di aiuto e il contenimento
- Dalla parte dell'operatore: il disagio, prevenzione e gestione del burnout
- Lavorare sul contesto: parent e teacher training
- Lavori di gruppo
- Esercitazioni pratiche in piscina
I Docenti
- Roberto Del Bianco - Consigliere Federale responsabile Settori Nuoto e Istruzione Tecnica
- Antonella Beghetto - Coordinatrice Settore Istruzione Tecnica Comitato Regionale Veneto
- Patrizia Giannetti - Psicomotricista
- Paolo Danese - Docente Università di Pavia – Insegnante Scuola Primaria
- Jessica Di Maggio - Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
- Federico Gross - Direzione Nazionale Settore Istruzione Tecnica
- Manolo Cattari - Psicologo dello Sport e Psicoterapeuta
- Francesca Nasuelli - Insegnante Scuola Primaria Specializzata nel Sostegno
- Elena Pattini - Dirigente Psicologa AUSL Parma – Ricercatrice
Contesto
La Federazione Italiana Nuoto (FIN), fondata nel 1899, ha lo scopo di promuovere, organizzare, disciplinare e diffondere le discipline natatorie in Italia e all'Estero. Le discipline che fanno riferimento alla FIN sono: Nuoto, Pallanuoto, Tuffi, Nuoto Artistico Sincronizzato, Nuoto in acque libere e Nuoto per Salvamento.Se l'espressione più evidente dell’attività della FIN è rappresentata dalle medaglie olimpiche, mondiali ed europee, non si deve dimenticare la valenza educativa delle discipline acquatiche, che assommano ai benefici dello sport anche la sicurezza derivante dalla conoscenza dell'elemento acqua. A questo proposito, un altro patrimonio della FIN è la Sezione Nuoto per Salvamento, che forma chi garantisce la sicurezza delle acque libere e degli impianti natatori di tutta Italia.
L'attività della FIN nei confronti dei propri tesserati va dalla ricerca di professionalità nell'insegnamento delle attività natatorie, alla preparazione di atleti di punta per le maggiori competizioni internazionali e all'adozione di misure di prevenzione e repressione dell'uso di sostanze dopanti e/o dannose. La FIN inoltre prevede la copertura assicurativa dei propri tesserati. Nei riguardi dei propri affiliati, la FIN svolge inoltre attività di consulenza e promozione, seguendo con costante attenzione l'evolversi delle legislazioni internazionali, nazionali e locali.
Tra i mezzi di diffusione e sviluppo delle attività della FIN, rientrano anche la formazione e l'aggiornamento di tecnici, ufficiali gara, gestori e assistenti bagnanti, così come la preparazione e l'attivazione di campagne pubblicitarie e iniziative di marketing miranti a migliorare la conoscenza delle attività natatorie presso il grande pubblico. La FIN ha sede a Roma ma è presente su tutto il territorio attraverso la propria rete di comitati regionali e di rappresentanti e coordinatori locali.
La FIN si occupa quindi dell’intera filiera motoria acquatica: dalla didattica di base alla preparazione sportiva di élite, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti: nel giro di un quarto di secolo l’Italia è entrata stabilmente nelle posizioni di vertice del nuoto, della pallanuoto, del nuoto artistico sincronizzato, dei tuffi e del nuoto per salvamento agonistico. Inoltre, allo scopo di agevolare il raggiungimento dei propri scopi istituzionali, la Federazione è attiva anche nella gestione di impianti sportivi attribuendo ad essi la funzione di Centri Federali dedicati alla didattica, al preagonismo e all’agonismo.
Tutte le attività, riconducibili alle diverse discipline, si rivolgono principalmente a bambini e adolescenti. In accordo con quanto proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per adolescente si intende il giovane di età compresa tra 10 e 19 anni (www.who.int/health-topics/adolescent-health).
Per questo motivo, il progetto qui proposto è rivolto a bambini e adolescenti under 19.
A differenza delle discipline sportive terrestri, i cui tecnici possono contare su un patrimonio motorio condiviso (schemi motori di base), nel nuoto tutte le competenze e abilità motorie devono essere apprese, non essendo l’essere umano predisposto alla locomozione in acqua, dalla quale, istintivamente, tende a tenersi lontano.
Il passaggio dall’ambientamento all’agonismo avviene senza soluzioni di continuità attraverso tre fasi:
- Scuola nuoto: attività didattica attraverso la quale gli allievi superano la diffidenza verso l’acqua, acquisiscono le competenze motorie acquatiche basilari (galleggiamenti, posture, scivolamenti) e le tecniche di base del nuoto e delle altre discipline acquatiche.
- Preagonismo/propaganda: attività di avviamento allo sport con approccio multilaterale e multidisciplinare, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo coordinativo e mettere gli allievi in condizione di cimentarsi in ognuna delle discipline patrocinate dalla FIN.
- Agonismo: organizzazione e sviluppo dell’attività sportiva di alto livello, dalle categorie giovanili alla preparazione olimpica.
Con oltre 8000 chilometri di coste, e una parte rilevante della popolazione che vive in prossimità di corsi e specchi d’acqua, il nostro paese conta un numero ancora troppo elevato di incidenti legati all’acqua, con 323 vittime nel 2019, ultima rilevazione disponibile (dati Istat). Il lavoro di diffusione della cultura dell’acqua svolto dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN), attraverso le proprie Scuole nuoto e Centri federali e la Sezione salvamento, ha ridotto di oltre il 40% i morti per sommersione e annegamento negli ultimi trent’anni raddoppiando il numero dei praticanti (FIN. Dati statistici per la prevenzione acquatica in Italia, 2014).
È importante comprendere che tutti questi aspetti sono legati in maniera indissolubile in un circolo virtuoso e si influenzano reciprocamente: la diffusione della scuola nuoto amplia la base per la leva agonistica, che consente di selezionare un maggior numero di talenti e mantenere l’Italia al vertice del movimento internazionale; i successi europei, mondiali e olimpici dei nostri atleti incentivano le iscrizioni alla scuola nuoto e, in generale, la pratica delle discipline acquatiche.
La stima più recente parla di 5.000.000 di italiani che praticano gli sport collegati alla FIN. Si ritiene che questo numero sia aumentato esponenzialmente dagli anni 80 (quando la stima era di circa 1.000.000 di praticanti) ai giorni nostri con un’impennata dagli anni 2000 dopo i successi alle Olimpiadi di Sidney (FIN. Dati statistici per la prevenzione acquatica in Italia, 2014). A questa base, in crescita giorno dopo giorno, si devono i risultati, sia in termini agonistici sia in termini di interesse che le discipline acquatiche stanno ottenendo.
Più praticanti, più bambini e ragazzi iscritti alla scuola nuoto significa maggior diffusione delle abilità motorie acquatiche e quindi meno vittime di incidenti per sommersione e annegamento.
Anche in questo caso si evidenzia la singolarità della FIN, per la quale i successi sportivi non sono solamente una questione di prestigio, ma un mezzo per salvare vite e migliorare la salute pubblica. Perché il nuoto non solo salva la vita, ma ne migliora la qualità: il nuoto e le altre discipline acquatiche sono realmente sport completi, che favoriscono il corretto sviluppo fisico del bambino e dell’adolescente e che contribuiscono al consolidamento della personalità in un ambiente inclusivo e rispettoso delle regole di convivenza civile.
A questo proposito, la parità di genere negli sport natatori è già realtà (a titolo di esempio, i tesserati FIN Under 19 della scorsa stagione sono 84.884 suddivisi in 42.526 maschi e 42358 femmine) e a conferma dell’immagine positiva che nuotatrici e nuotatori hanno presso l’opinione pubblica è sufficiente prendere nota degli innumerevoli spot pubblicitari che hanno per protagonisti gli atleti azzurri.
Un meccanismo pienamente virtuoso messo però in grave pericolo dall’impatto combinato della pandemia di Covid e dall’esplosione dei costi energetici. A differenza di altre discipline e di altri paesi, la promozione del nuoto italiano si basa infatti interamente sull’operato di Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD e SSD), che attraverso la gestione delle piscine e delle attività didattiche raccolgono le risorse per mantenere l’agonismo, attività di per sé inesorabilmente antieconomica: un atleta di categoria giovanile si allena per circa 600 ore l’anno, pagando mediamente circa un euro l’ora per l’utilizzo dell’impianto sportivo più energivoro in assoluto.
Il crollo dei ricavi e l’esplosione di costi degli ultimi tre anni hanno generato l’illusione ottica per la quale il nuoto azzurro di vertice, nelle sue varie forme, è in piena salute, con 67 medaglie conquistate nel corso degli ultimi campionati europei, ma la base associativa, che è chiamata a dare continuità a questi successi, si trova in una condizione drammatica, con ancora una buona parte delle piscine pubbliche chiuse, 56 società su 1346 (-5,7%) e 82 Scuole nuoto federali su 671 (-12,2%) non hanno rinnovato l’affiliazione a causa delle difficoltà gestionali. Quest’opera di divulgazione si trova quindi a forte rischio e ha già comportato una significativa contrazione dei tesserati del 2,5% su base pre-Covid (Banca dati FIN).
A costo di sembrare ripetitivi è indispensabile ricordare che il calo dei tesserati si tradurrà non tanto e non solo in minori successi internazionali, ma, in tempi più lunghi, in un maggior numero di annegamenti e nel peggioramento della qualità della vita di centinaia di migliaia di bambini e adolescenti, con impatti sulla spesa del Servizio Sanitario Nazionale/Regionale e sull’Assistenza Sociale locale.
Obiettivi
Se nelle attività dedicate alla prima e seconda infanzia l’obiettivo è apprendere divertendosi, man mano che gli allievi crescono diventa necessario stimolare la naturale predisposizione al confronto del bambino e dell’adolescente tramite lo sport, nel rispetto delle proprie attitudini e delle regole.Predisposizione che dovrà essere incanalata all’interno dei binari di un corretto sviluppo psicofisico. Si inizierà quindi con l’attività di Preagonismo/propaganda (vedere punto precedente “Descrizione del progetto”) il cui obiettivo è stimolare la curiosità e l’interesse per gli sport natatori. In questa fase i giovani si cimentano in tutte le discipline e gareggiano in rappresentative miste maschi/femmine.
Man mano che i bambini e le bambine crescono gli obiettivi diventano la scelta della disciplina (cercando finché possibile di mantenere un approccio multidisciplinare, ad es. gareggiare nel nuoto e nella pallanuoto); imparare ad allenarsi, poi imparare a gareggiare (gestione della pressione, della sconfitta e della vittoria); acquisire il sistema di regole generali (rispetto dei compagni, degli avversari, degli ufficiali gara, del pubblico, degli ambienti) e specifiche (regole della disciplina considerata).
Con l’avvicinamento alla pubertà si inizia a perseguire l’obiettivo della specializzazione per gara o ruolo all’interno della disciplina prescelta, processo che troverà compimento con il raggiungimento della piena maturità psico-fisica.
Risultati attesi:
- Rafforzare il sistema sportivo e contrastare gli elevati livelli di sedentarietà della popolazione partendo dalla fascia più critica, quella dei bambini e degli adolescenti.
- Mantenere la base di praticanti più ampia possibile, per ragioni sportive e sociali. Quella sportiva per facilitare la partecipazione, ricerca, selezione e sviluppo dei talenti mantenendo l’Italia nelle posizioni di vertice internazionale negli sport natatori. La ragione sociale per mantenere il maggior numero possibile di bambini e adolescenti nell’ambito sportivo, favorendo una crescita equilibrata, una corretta igiene personale (termine inteso in senso ampio, dalla cura della propria persona a una corretta nutrizione), la partecipazione al gruppo dei pari, l’acquisizione di un sistema di valori positivi, la prevenzione di comportamenti devianti o autolesionisti.
- Recuperare il numero complessivo di tesserati under 19 ai livelli pre-Covid
Risultati attesi
I risultati attesi – in termine di crescita del movimento - saranno incentivati anche dal volano promozionale indotto dai prestigiosi risultati sportivi conseguiti dalla Federazione. Al riguardo, nel corso degli ultimi anni il numero totale dei tesserati FIN (atleti agonisti e non agonisti, tecnici, dirigenti) è sempre stato in crescita. A titolo di esempio, tale numero è passato da 120.828 nella stagione 2005-06 a 201.804 in quella 2018-19, subendo una parziale riduzione evidentemente legata alla pandemia di Covid-19 (190.394 tesserati nella stagione 2020-21). Negli ultimi quindici anni, il trend di crescita dei tesserati è avvenuto parallelamente con la crescita complessiva dei risultati tecnici (medaglie, numero di finalisti, classifica per nazioni) nel corso delle principali manifestazioni internazionali della stagione. È interessante notare il picco di crescita dei tesserati in tale periodo (+ 50.807 nel biennio 2010-12 rispetto al 2007-09); esso è presumibilmente legato anche al successo globale dei Campionati Mondiali di Roma 2009 e ai risultati storici di Federica Pellegrini di quel, consecutivamente vincitrice per quattro anni dalle Olimpiadi di Pechino 2008 ai Mondiali di Shangai 2011.Pertanto, gli straordinari risultati nelle varie discipline ottenuti ai recenti Campionati Mondiali di Budapest e a quelli Europei di Roma nel 2022 e la loro risonanza mediatica potranno rappresentare un volano per favorire la crescita della partecipazione alle attività sportive e di formazione della FIN. Ciò potrà essere attuato tramite iniziative, partendo dalla scuola, che coinvolgano, come testimonial, campioni ed ex-campioni Olimpici e Mondiali delle diverse discipline acquatiche quali Gregorio Paltrinieri, Tania Cagnotto, Massimiliano Rosolino, Sandro Campagna, Carlo Silipo, Amedeo Pomilio, già impegnati, a vario titolo, nelle diverse attività federali.
Contesto
L’Italia è un paese che invecchia rapidamente. Secondo le proiezioni ISTAT nel 2035 gli over 65 rappresenteranno un terzo della popolazione.Tuttavia, coloro che praticano attività fisica con continuità sono soltanto il 14,7% degli uomini e il 10,9% delle donne di età compresa tra i 65 e i 74 anni. Per gli over 75 le percentuali crollano al 6,6% e al 3,1%, rispettivamente per uomini e donne.
Ciò comporterà nel tempo un maggiore accesso alle prestazioni sanitarie e un maggiore consumo di farmaci se non saranno poste in essere azioni correttive che migliorino efficienza fisica e qualità della vita in generale (Davis JC et al. EPIC Group. 2014 Consensus Statement from the first Economics of Physical Inactivity Consensus (EPIC) Conference (Vancouver). Br J Sports Med. 2014).
Obiettivi
- Definire programmi di nuoto e altre attività in acqua finalizzati alla prevenzione delle malattie cardio-vascolari, al rafforzamento muscolare e al miglioramento dell’equilibrio per prevenire le cadute in età avanzata.
- Realizzare l’applicazione di tali programmi nei cinque Centri federali di riferimento per macroaree NUTS-1.
- Illustrare i programmi alle Associazioni e Società Sportive alla FIN, in particolare per quelle in possesso della certificazione di qualità Scuole nuoto federali, incoraggiando la realizzazione della stessa pratica nelle piscine da loro utilizzate anche attraverso la formazione specifica di istruttori.
Risultati attesi
- Favorire l’invecchiamento sano e attivo dei partecipanti attraverso la pratica degli sport natatori e dell’attività motoria acquatica.
- Condividere i benefici degli sport natatori e dell’attività motoria acquatica con i gruppi della popolazione interessati da flussi migratori e dai richiedenti asilo.
- Aumentare la percentuale di popolazione che pratica sport natatori e conseguentemente ridurre la mortalità e gli incidenti legati all’acqua.
- Aumentare il numero di tesserati over 65 partecipanti alle attività (allenamenti, gare) “master” delle discipline acquatiche della FIN (nuoto, pallanuoto, nuoto artistico, tuffi, nuoto per salvamento).
Contesto
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima siano oltre 340 milioni i bambini e gli adolescenti sino all’età di 19 anni in eccesso di peso.Anche in Italia la condizione fisica e motoria dei giovani italiani è preoccupante:
- per la diffusione dell’obesità infantile (in Italia il 25,2% della popolazione di 3-17 anni è in eccesso di peso, con una più ampia diffusione tra i ragazzi – 27,8% – rispetto alle ragazze – 22,4%). Da notare che l’ISTAT evidenzia come bambini e adolescenti che vivono in famiglie in cui almeno uno dei genitori è in eccesso di peso oppure in famiglie con scarse risorse economiche o con basso livello di istruzione dei genitori tendono a essere maggiormente in sovrappeso o obesi.
- per il mancato sviluppo delle capacità e abilità motorie di base (il 22,7 non pratica attività fisica secondo lo stesso Report Istat), analogamente a quanto già osservato in altri paesi occidentali, anglosassoni in primis.
A questi problemi di ordine generale si aggiunge il tema specifico della sicurezza in ambiente acquatico. Con oltre 8000 chilometri di coste, e una parte rilevante della popolazione che vive in prossimità di corsi e specchi d’acqua, il nostro paese conta un numero ancora troppo elevato di incidenti legati all’acqua, con 323 vittime nel solo 2019, ultima rilevazione disponibile (dati Istituto superiore di sanità). Il lavoro di diffusione della cultura dell’acqua svolto dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN), attraverso le proprie Scuole nuoto e Centri federali e la Sezione salvamento, ha ridotto di oltre il 40% i morti per sommersione e annegamento negli ultimi trent’anni raddoppiando il numero dei praticanti (FIN. Dati statistici per la prevenzione acquatica in Italia, 2014). Tuttavia, anche se oltre 5 milioni di italiani, secondo l’ISTAT , nuotano attualmente con regolarità, è altrettanto vero che in Italia la diffusione delle abilità motorie acquatiche è affidata esclusivamente alla stessa FIN e alle Associazioni e Società Sportive ad essa affiliate, senza una presenza capillare all’interno delle scuole pubbliche o di altri spazi istituzionali.
Obiettivi
- Promuovere la diffusione delle corrette abilità natatorie di base e di stili di vita adeguati in bambini e adolescenti, con particolare riguardo alle discipline patrocinate dalla FIN nei Centri federali.
Risultati attesi:
- Crescita del livello tecnico dell’attività natatoria giovanile globale e individuale.
- Riduzione del tasso di abbandono tra i frequentatori della scuola nuoto delle varie discipline rispetto al biennio sportivo 2019/2020-2020/2021.
- Aumento del numero di frequentatori della scuola nuoto rispetto al biennio sportivo 2019/2020-2020/2021.
- Diminuzione, nel lungo termine, degli incidenti per sommersione e annegamento sia nelle piscine sia nelle acque libere.
- Prevenzione del disagio giovanile favorendo la socializzazione all’interno della scuola nuoto e favorendo la realizzazione del proprio progetto di vita sportiva attraverso l’avviamento allo sport agonistico e l’inserimento nella filiera formativa della FIN, indirizzando gli allievi dei corsi verso il salvamento didattico e i ruoli previsti dal Settore Istruzione Tecnica della FIN.
- Aumento del numero di Associazioni e Società sportive dilettantistiche affiliate alla FIN e, in particolare, quelle aderenti al progetto “Scuole nuoto federali” rispetto al biennio sportivo 2019/2020-2020/2021.
- Informare sui benefici di una corretta pratica sportiva e di uno stile di vista sano i bambini/adolescenti e le loro famiglie, attraverso l’organizzazione presso i centri federali di incontri a tema.
Risultati attesi
- Miglioramento dello stile di vita e del comportamento alimentare di bambini e adolescenti e delle loro famiglie.
Tali obiettivi sono perseguiti, come meglio specificato nei punti successivi, garantendo:
- Spazi e condizioni gratuite o agevolate per soggetti fragili dal punto di vista socio economico o sanitario, comprese le disabilità, per mettere a disposizione spazi acqua e istruttori all’interno dei Centri federali in accordo con le autorità locali.
- La formazione e l’aggiornamento dei tecnici coinvolti per renderli consapevoli degli obiettivi del progetto e fornendo loro strumenti teorici e pratici per operare in maniera più efficace.
- Il servizio di trasporto per le attività proposte, ove possibile.
- La partecipazione a scopo promozionale di campioni ed ex-campioni nelle discipline natatorie, tra i quali Gregorio Paltrinieri, Tania Cagnotto, Massimiliano Rosolino.
- L’obiettivo di tendere alla parità di genere a tutti i livelli del progetto (dirigenti, tecnici, docenti formatori).
- L’estensione delle iniziative alle associazioni e società affiliate alla FIN sull’intero territorio nazionale.
- La compartecipazione con risorse economiche proprie.
- Monitoraggio dell’efficacia e dell’impatto delle azioni proposte attraverso la somministrazione di questionari in tre o più tempi.