E' la grande assente del 17° Diving Grand Prix. Da due settimane si sta sottoponendo a sedute di fisioterapia e riabilitazione. Cagnotto: "Ringrazio la FIN e tutti coloro che mi sono vicini. Faccio il tifo per i miei compagni"
BOLZANO
"Ci manca Tania". L'impiegato comunale che noleggia le biciclette tra corso Stazione e piazza Walter non nasconde le proprie emozioni. Come lui la pensano la maggior parte dei cittadini di Bolzano e degli italiani. Tutti tifosi di Tania Cagnotto. La Campionessa. Il 17° Diving Gran Prix Fina è iniziato senza di lei.
“L'affetto della gente mi fa piacere - risponde con un sorriso - mi rincuora e mi aiuta ad andare avanti. Non poter gareggiare qui a Bolzano mi dispiace per me e per loro. Sono certa che i miei compagni di squadra sapranno regalare altrettante soddisfazioni ai nostri tifosi. Faccio il tifo per loro dalla tribuna”.
Tania Cagnotto, che il 19 maggio è stata investita da un'auto che non aveva rispettato il semaforo rosso mentre si recava in piscina per gli allenamenti alla guida del suo scooter e che il 23 maggio è stata sottoposta ad intervento chirurgico per ridurre la frattura del terzo medio dello scafoide della mano sinistra, non vuole pensare a Shanghai. “Penso giorno per giorno, per ora mi preoccupo di recuperare. La mano non mi da più tanto fastidio ma per tuffarmi, quando riprenderò ad allenarmi, all'inizio dovrò utilizzare ancora il tutore”.
In attesa di poter tornare in acqua si sta sottoponendo a sedute di fisioterapia, riabilitazione, ginnastica e palestra per recuperare il tono muscolare. “Sto curando anche il ginocchio – spiega – dove ho una piccola lesione della tibia che non si poteva operare”. Tania Cagnotto, è riconoscente alla Federazione Italia Nuoto e allo staff sanitario della Nazionale. “Ringrazio la FIN, il Presidente Paolo Barelli, i medici, i fisioterapisti, i tecnici, i compagni di squadra, i tifosi, i miei sponsor e tutti coloro che mi sono stati vicino e continuano ad esserlo. Li ringrazio di cuore”.
All'incidente non ci pensa. “Non ci voglio pensare, guardo avanti”. Avanti a lei ci sono una speranza mondiale e l'obiettivo olimpico.
Massimo Cicerchia
Nostro inviato