Il Ct della Nazionale al secondo mondiale dopo Lamberti '89: "Dopo il record non ci siamo detti nulla, abbiamo solo pianto insieme. Può ancora migliorare in partenza e virata. I suoi punti di forza sono l'orgoglio e la determinazione"
MELBOURNE
Lo sapeva, forse era l'unico che sapesse. Mentre l'attenzione del Mondiale volgeva verso i quarti di finale del torneo di pallanuoto femminile tra Italia e Australia, aspettando una comoda qualificazione di Federica Pellegrini alla finale dei 200 stile libero, lui aveva già letto il futuro: "Questa è la giornata dei record del mondo, dopo Phelps, Coughlin e Peirsol, tocca a te".
Con questa premonizione e la consapevolezza di poter fermare i cronometri su un tempo rilevante, Federica Pellegrini si avviava ai blocchi.
Il Ct Alberto Castagnetti la guardava e la aspettava: un attesa durata 1'56"47, record del mondo. Il secondo da quando è alla guida della Nazionale (1987), il secondo che stabilisce un atleta che allena personalmente, il secondo dopo l'1'46'"69 di Giorgio Lamberti proprio nei 200 stile libero (15 agosto 1989 a Bonn).
"Sono strafelice per Federica - asserisce ancora commosso - Dopo lo stupore per il record è corsa ad abbracciarmi. Non ci siamo detti nulla, abbiamo solo pianto insieme".
Castagnetti allena la Pellegrini dalla fine degli Europei di Budapest. Per la vice campionessa olimpica e mondiale è stato un anno ricco di cambiamenti.
"Si è trasferita da Milano a Verona - racconta Castagnetti - ha cambiato allenatore e modo di confrontarsi con il nuoto. Sto cercando di rendere la sua nuotata più fluida e armoniosa, meno dispendiosa e più produttiva. Questo tempo dimostra che il programma di lavoro che stiamo svolgendo è giusto".
Secondo Castagnetti la Pellegrini può limare ancora qualcosa al record mondiale. "Spero già domani - continua - significherebbe conquistare l'oro. Federica conosce i suoi limiti e lavora per superarli. Nel pomeriggio abbiamo assistito ai 200 stile libero di Phelps, ha dimostrato quanto virate e partenza siano determinanti per superare i limiti dell'immaginabile. Con Federica ripartiremo proprio da questo per cercare di velocizzare la subacquea e dare maggiore impulso alla progressione".
Già dal riscaldamento, Castagnetti aveva intuito che la Pellegrini potesse avvicinare il primato mondiale. "Velatamente speravo che scendesse sotto l'1'57", ma arrivare al mondiale era un tantino presuntuoso - spiega il cittì - Dopo il quinto posto nei 400 stile libero Federica era delusa, ma ha reagito con maturità e determinazione. Sa che i 400, con i 200, rappresentano il suo futuro, sa che deve imparare a nuotarli, a gestirli con maggiore equilibrio. Così, nonostante l'amarezza per un piazzamento che aspettava diverso, ha indirizzato tutte le energie sui 200 che si sono trasformati in un capolavoro. Federica merita questo record del mondo, sa quello che vuole, è decisa, orogliosa, pronta a sacrificarsi: il record è tutto suo. Io ho solo cercato di ottimizzare le sue caratteristiche e di lavorare psicologicamente. A questi livelli è più importante lavorare sulla mente che sui muscoli".
Le avversarie più temibili per la corsa all'oro nei 200 sl, la cui finale è in programma domani, sono la tedesca Annika Lurz, a venti centesimi dalla Pellegrini e a 3 dal precedente record mondiale della van Almsick, la polacca Otylia Jedrzejczak, la statunitense Katie Hoff e la francese Laure Manaudou. "Credo che sarà la finale più veloce della storia - conclude il Ct Alberto Castagnetti - Tutte le atlete citate possono vincere. Forse, rispetto al gruppo, considero la Jedrzejczak più pericolosa. Federica, però, non deve temere nessuno: deve solo nuotare come sa, il resto verrà da sé".
Francesco Passariello
Nostro Inviato