Il quotidiano napoletano titola: "La Giacchetti deve restare a Napoli". Nel sommario: "Barelli, presidente della FIN: Caterina non emigrerà. Questo mercato di talenti fa solo male agli atleti"
ROMA
Il giornalista Paolo Barbuto - inviato a Roma in occasione della conferenza stampa indetta dal CONI sul tema “Meno 150 giorni: risultati, appuntamenti e sfide verso i XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006” - ha raccolto il pensiero del Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli.
Segue l'articolo pubblicato dal quotidiano "Il Mattino" oggi a pag. 49.
Caterina Giacchetti è una bella ragazza di 17 anni che in acqua fa magìe, ed è diventata campionessa nuotando a farfalla. Siccome è bravissima, il circolo Aniene di Roma (sempre a caccia di campioni da gettare in vasca) cerca di strapparla dal suo nido, lo sporting Club Flegreo dove Ottorino Altieri l’ha allevata. Così la storia bella e romantica della ragazza di Pozzuoli che incanta il mondo, rischia di diventare una storiaccia brutta e sporcata dai denari. Sembra che siano pronti 30mila euro all’anno per farle cambiare città e circolo, ma il dato non è certo; sembra pure che la ragazza già si stia allenando a Roma, ma nessuno conferma. Sicché ieri lo Sporting Flegreo le ha spedito un telegramma in cui la invita a prendere parte agli allenamenti in Campania. La storia ha varcato i confini del ristretto mondo delle piscine. È diventata talmente grande da indurre anche il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, a intervenire ufficialmente con parole decise e un concetto base: la Giacchetti deve rimanere dov’è. L’occasione per parlare di acqua è singolare: tutt’intorno c’è aria di neve perché al Foro Italico si celebrano i 150 giorni dall’Olimpiade di Torino «ma se vogliamo parlare di Caterina va bene», sorride Barelli. E ne parla con foga ed entusiasmo il presidente della Federnuoto, perché sull’argomento ha idee precise e decise: «Io penso che non sia necessario cambiare piscina, allenatore e circolo. Del resto se Caterina è riuscita a diventare campionessa in quel contesto, perché dovrebbe aver bisogno di cambiare aria?». Il discorso segue una logica lineare che non ammette repliche. Però dietro alle trattative fra l’Aniene e la Giacchetti non c’è solo una questione meramente sportiva: sarà anche vero che nelle dichiarazioni ufficiali dei giorni dell’addio traspare la grande voglia di crescere professionalmente, ma è altrettanto vero che sulla decisione pesa in maniera considerevole il fattore economico, anche se nessuno lo va sbandierando ai quattro venti. Naturalmente l’aspetto merita d’essere valutato perché uno sportivo non campa con i successi ma con i denari; però anche su questo fronte il presidente della Federnuoto ha qualcosa da dire: «Nessuno si è mai sognato di negare il sostentamento agli atleti, soprattutto a quelli di valore come la Giacchetti. Noi abbiamo a disposizione fondi specifici per la preparazione alle Olimpiadi di Pechino 2008. Non si tratta degli stanziamenti del Coni, ma di oneri a totale carico della Federazione Italiana Nuoto. Quei fondi li utilizziamo per tutti, li useremo anche per la Giacchetti, naturalmente». Però la questione trascende anche l’aspetto economico, e siccome il presidente della Federnuoto non è il tipo che le manda a dire, apre un fronte apertamente polemico: «Premetto che non mi riferisco alla situazione specifica della Giacchetti e dell’Aniene - dice per evitare d’essere frainteso - però devo sottolineare che questo mercanteggiare sulla pelle dei giovani campioni a me non piace proprio per niente. Secondo me, gli atleti giovani crescono meglio restando vicino alle persone care, tra gli amici, nelle loro case. Il mercato dei ragazzini non aiuta proprio nessuno».
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